That’s amore!

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La verità è che adesso non saprei davvero cosa dire. La verità, forse triste, se vogliamo un tantinello limitativa di certe pregorative, specie per chi si vanta con insistenza, come me, di lavorare con le parole, sistemandole in frasi non sempre di senso compiuto, è che in certi casi mi riscopro del tutto privo di fantasia. La verità è che per quanto stralunato, spesso astruso, talvolta non proprio ancorato a questo mondo, non riesco minimamente a inventare, a scrivere di qualcosa che non conosca, almeno in parte, in prima persona, a tradurre in testi situazioni senza alcun appiglio con la mia banale quanto sorprendente realtà quotidiana. La verità (e poi cambio incipit, lo prometto, perché questo avrebbe stufato anche me) è che avevo già pronto, perché confezionato con scrupoloso anticipo, un post di tono romantico (o quasi) da pubblicare a San Valentino, peraltro concluso in tempi brevissimi rispetto ai miei più che rilassati standard: ma ne era uscito un ritratto così intimo, anche se volutamente ironico, della mia vita di coppia, che in tutta sincerità non me la sono più sentita di affidare alla rete un simile racconto, perché mi è parso d’un tratto molto più importante condividerlo solo in due. Ed è successo che, come non avveniva da tempo, quelle parole intenzionalmente nate per una diversa divulgazione, che avrebbero forse strappato un sorriso a qualcuno di voi, si siano invece trasformate di colpo ai miei occhi in qualcosa di molto più prezioso delle mie inutili velleità di blogger fintosaputello fintosimpatico, assumendo da quel momento le sembianze uniche di un originale e fortunamente apprezzato regalo per la mia dolce metà. Eppure non abbiamo mai avuto negli anni la benché minima tentazione di scambiarci un pensiero o di festeggiare in altro modo il San Valentino: non che ci sia nulla di male nel farlo, sia chiaro, il fatto è che San Valentino è la festa di “tutti” gli innamorati, una data così spersonalizzante, generica, priva di quel gusto esclusivo di qualcosa avvertito come solo e soltanto nostro. Tra qualche giorno invece cadrà il nostro anniversario, il…esimo (e non specifico ulteriormente). Una cifra che in genere suscita negli altri commenti carichi di uno stupore prevedibile, che vanno dal “eh? impossibile!” al “ma siete matti?” e che comincia a fare un po’ impressione anche a me: soprattutto perché non mi sembra affatto trascorso tutto questo tempo.

Sì, certo, se guardo indietro, agli inizi della nostra storia, mi rendo conto che sia passata, per certi aspetti, un’era geologica: all’epoca io andavo in giro acconciato con una coda di cavallo in stile Fiorello prima maniera, mettevo solo camicie sgargianti, alla Formigoni, e in discoteca il brano più ballato era la canzone qui allegata (video) finita, inevitabilmente, per diventare anche la nostra canzone. Abitavamo lontani, e per non far lievitare le rispettive bollette telefoniche ci chiamavamo quasi sempre da cabine pubbliche (location oggi estinta), esaurendo schede su schede, perché la parola “cellulare” si usava solo per definire il furgoncino blindato dei Carabinieri. Oppure ci scrivevamo: né email né sms, naturalmente, ma lettere, centinaia, che conservo ancora oggi in una scatola, tutte maniacalmente divise per data, in cui ci raccontavamo nei dettagli ogni nostra giornata, nascondendo così, tra aneddoti e pessime battute, l’ansia di rivedersi presto. Era forse da allora che non scrivevo qualcosa solo per il mio amore: perché negli anni la crescente complicità, il vivere ormai da tempo sotto lo stesso tetto, il riuscire a capirsi al volo anche solo sgranando gli occhi o storcendo da un lato la bocca ne hanno a poco a poco smorzato la necessità per far spazio ad altre, ed altrettanto importanti, esigenze. Ed ero certo che sarei comunque ritornato a parlare della mia vita privata, perché il punto, alla fine, se vogliamo, è sempre lo stesso: come si fa a descrivere un sentimento universale prescindendo da ciò che si vive sulla propria pelle, come riuscire a dare la giusta voce ad un’emozione collettiva senza prima decifrare ciò che significa per noi stessi? Siamo sicuri che le diverse fasi di una storia, la semplice attrazione degli inizi, le note “farfalle nello stomaco” o i “batticuori” di un primo innamoramento, il crescente senso di responsabilità reciproco di una relazione che si consolida sulla conoscenza, la fiducia, la stima nell’altro, corrispondano alle stesse sensazioni per tutti? Non ho certo una simile presunzione, conosco bene però quello che nella testa e nel petto avverto come amore: quell’inspiegabile mix di accoglienza, serenità, completezza, sorpresa e soddisfazione che provo ancora oggi quando ci svegliamo insieme al mattino, Ed è ciò che auguro anche ad ognuno di voi, di provare, per questo San Valentino.

E tu, di che Santo sei?

Diamo la colpa all’idecisione. Alla mia incapacità cioè, di fronte alla contemporaneità di due eventi di indubbio interesse collettivo, che possono ugualmente fornire un ottimo spunto per il mio eventuale sproloquio giornaliero, di scegliere quale sia il migliore. Perché poi, le somiglianze tra le due, chiamiamole celebrazioni, cioè Sanremo, il tanto chiacchierato, apparentemente odiato ma poi sempre seguitissimo festival della canzone italiana, e San Valentino, la festività dedicata a tutti gli innamorati (o solo a quelli felici e corrisposti?) accusata di una doppia faccia melensa e piuttosto commerciale, sono più di quante si pensi. E non solo per la scontata osservazione che in entrambi i casi c’è un santo di mezzo, salvo poi scoprire, grazie all’irresistibile intervento di questa edizione di Luciana Littizzetto, che nel nostro calendario non risulta alcun martire, diacono o beato di nome Remo (ma allora perché nel 1989 la gag del trio Solenghi Marchesini Lopez che lo impersonò fu accusata di blasfemia?). Diverso invece, il caso di San Valentino, vescovo romano realmente esistito, finito, suo malgrado, a protezione di tutte le coppie per un presunto miracolo neanche così portentoso, cioè la riconciliazione di due giovani amanti dopo un litigio. Ma ad accomunare i due avvenimenti è più di ogni altra cosa la grave accusa per entrambi di apparire tremendamente nazionalpopolari, di farvi declassare cioè in un attimo, nell’opinione comune, da persona quasi figa a esemplare forse irrecuperabile, considerando che il malcelato disgusto di chi ti si rivolge spesso esclamando “Come? Guardi Sanremo?” equivale proprio a quello di “Come? Festeggi San Valentino?”. Amici che allora non ne potete più di fingere disinteresse per il festival e poi vi chiudete in bagno con il tablet per guardare in streaming ogni cambio d’abito dopo l’intervallo pubblicitario, che non resistete alla tentazione di comprare dei fiori ma dichiarate con noncuranza che vi sono d’un tratto piovuti in mano dal balcone del vicino, oggi potete consolarvi. Perché la coincidenza odierna impone obbligatoriamente una scelta precisa: o l’uno, o l’altro. E se avete per caso dei dubbi a quale delle due celebrazioni dedicarvi con più trasporto, potete affrontare questo breve test per capire finalmente il vostro orientamento:

1) La parola “tubi” vi fa pensare: A) A quelli dei baci Perugina  B) Al gruppo Marta sui Tubi, sconosciuto al 75% degli italiani fino a due giorni fa  C) All’idraulico

2) Il vostro nomignolo nell’intimità è: A) Orsacchiotto/a, passerottino/a, pucci – pucci, etc B) Trottolino amoroso e dududadada C) Non ne avete, né nomignoli né intimità

3) Il vostro programma di stasera sarà: A) Cenetta romantica, a lume di candela, ad allontanare i venditori ambulanti di rose B) Simulare un raffreddore per evitare la cenetta romantica e godervi in tranquillità la canzone dell’ospite straniero C) Andare a vendere rose che potrebbe essere un affare

4) Se vi dico Sincerità, voi rispondete: A) Il segreto di una relazione stabile e duratura  B) La canzone di Arisa prima che si sentisse bella senza alcun motivo C) Questo post è davvero penoso

5) Elisabetta Canalis è famosa per: A) Essere l’ex di Bobo Vieri, l’ex di George Clooney e di un altro paio di tizi noti che adesso mi sfuggono B) Essere stata eclissata l’anno scorso dalla farfallina di Belen  C) Essere da 10 anni esatti appesa alla parete come Agosto nel calendario di Max.

Risultato

Maggioranza di A. Sei decisamente il tipo San Valentino. Ami i cuoricini, i pupazzetti, i cioccolatini con le frasi da quindicenne che conservi nel portafogli e che ricicli sotto la luna nei momenti romantici. Perciò oggi dedicati alla tua dolce metà, senza badare a spese, alla crisi e soprattutto a Sanremo. Tanto stasera c’è Al Bano.

Maggioranza di B. Sei senza alcun dubbio il tipo Sanremo. Ricordi tutti i conduttori, le vallette, i vincitori di ciascuna edizione e probabilmente, l’ultima sera raduni tutti i tuoi amici a casa, preparando i foglietti per i pronostici. Poi vince qualcun altro, e t’arrabbi. Ogni anno.

Maggioranza di C. Sei una persona concreta, pratica, per niente dedita a divagazioni che sfiorino il trash o il kitsch. Ma allora, come sei finito su questo blog?