“Sembra soltanto ieri” non mi pare l’incipit adeguato. Innanzitutto perché sarebbe di un’evidente e mostruosa banalità, caratteristica che in questo primo anno da blogger ho cercato di rifuggire il più possibile (non sempre riuscendoci, a dire il vero). In secondo luogo perché, dal 19 Dicembre 2012, data memorabile che ha visto nascere questo personalissimo e strampalato progetto, a me non sembra affatto trascorso soltanto un giorno, ma una vita intera. Anzi, vi dirò di più, a volte ho l’impressione che nella mia vita recente non abbia fatto altro: perché scrivere qui sopra per dodici lunghi mesi (con una frequenza bislacca, lo so, alternata a brevi fughe e momenti di piattezza) affidare ai miei primi 120 post (120 esatti) i pensieri, le emozioni e le vicende più varie e bizzarre succedutesi in questo anno, trovare il tempo di leggere e commentare (e apprezzare) le vostre risposte, è diventato molto di più che un piacevole appuntamento, un vero e proprio impegno continuo e gratificante, quasi un chiodo fisso. E sono io il primo a sorprendermi di aver resistito un anno, perché da persona incostante, discontinua nelle proprie passioni, perennemente di corsa dietro a fuochi di paglia, avevo aperto questo spazio online senza pensare minimamente quanto e come sarei andato avanti, se avrei trovato lo stimolo e le energie per farlo, se la delusione, la pigrizia, il tran tran quotidiano avrebbero definitivamente arrestato la mie velleità di tuttologo da strapazzo. Fatto sta che non è successo (e non saprei dire se sia un bene o male) e oggi, a 365 giorni esatti dalla pubblicazione di quel primo post che avevo scritto in pochi minuti e che aveva già caratterizzato come insensata valvola di sfogo il volto del mio blog, rimango deciso più che mai a proseguire. Merito (o colpa, se vogliamo) dei quasi 11.000 diversi utenti che hanno deciso, spinti chissà da quale discutibile impulso, di seguire, più o meno costantemente, i miei sproloqui virtuali e le mie, assai frivole, considerazioni: una folla affezionata ed eterogenea (a tratti masochista), un numero esorbitante di lettori che un anno fa non avrei neanche lontanamente immaginato di raggiungere, e che ci tengo a ringraziare con tutto il cuore (e che da oggi può continuare anche a seguirmi sul mio nuovo account Twitter, @AleTempiGuasti, sempre che riesca a capire come funzioni).
Permettetemi perciò ancora di annoiarvi con degli ulteriori, doverosi, ringraziamenti. Grazie al mio pazientissimo amore, che si irrita solo a sentirsi definirsi tale su questo blog e che troppo spesso, a suo avviso, chiamo in causa nei miei racconti (e che si è degnato di manifestarsi solo in un paio di striminziti commenti). Grazie alla mia famiglia, i miei genitori e mia sorella, che mi offrono di frequente, inconsapevolmente, materiale prezioso a cui attingere per il contenuto dei miei post. Grazie a Valentina, insostituibile e fondamentale supporto tecnico nella gestione pratica di questo blog, con cui troppe volte mi sono scontrato. Grazie a Carla e massiva006, i miei commentatori più fedeli, che, ci tengo a chiarire, non ricevono alcun compenso per l’assiduità dei loro interventi. Grazie a Giuseppe che mi scrive subito dopo la pubblicazione di ogni post segnalandomi errori (anche grammaticali) e refusi e mi evita così la figuraccia dell’ignorante. Grazie a Claudia, che è comparsa in ben tre dei miei diversi pezzi, sintomo preoccupante che la nostra frequentazione sia diventata un’amicizia a tutti gli effetti. Grazie a Serena, Loredana, Giulia, Annarita e Sara, che condividono con una rapidità da guinness i link del mio blog che vado spargendo come volantini su ogni social a cui sono iscritto. Grazie a Silvia, alias lascottotour, che è l’unica a cui abbia censurato alcuni commenti (e sai bene il perché). Grazie ad Andrea, che sua moglie Chiara obbliga a leggere questa pagina ad ogni nuovo aggiornamento (anzi, forse sarebbe meglio ringraziare Chiara). Grazie a Caterina, che costringe i suoi studenti (in cambio di qualcosa?) a votarmi nel concorso di Grazia.it a cui sono iscritto. Grazie ad Ilaria, che quando va in vacanza, senza avere internet, si stampa in anticipo i miei post per poi poterli leggere in tranquillità (no, dico, ti rendi conto?). Grazie ad Antonino, che tenta, invano, di convincermi a girare dei video, perché nei miei scritti teme che io possa apparire più presuntuoso che nella realtà. Grazie a Gabriella, a cui va il premio “reazione inaspettata” per aver un giorno voltato le spalle e abbandonato il pc dopo la lettura di un mio post. Grazie a Martina, che so esporsi con difficoltà qui sopra, ma che non rinuncia comunque a farlo. Grazie a Chiara, Simona e Paola per i loro complimenti e le loro affettuose e.mail. Grazie a Roberto, che avevo salutato con la promessa che avremmo prima o poi collaborato, ma che l’impegno, sempre crescente, di questo blog, ce l’ha, al momento, impedito. Grazie ad Adriana, Daniele, Elena, Eleonora, Enrica, Fabiana, France, Fruffrù, Monica, Raffaele, Stefano, Viola e tutti gli altri miei commentatori, qualcuno dei quali avrò sicuramente dimenticato e che qui sotto scriverà furibondo “non m’hai ringraziato!”. Grazie a quanti, durante tutto quest’anno, ho conosciuto, incontrato, rivisto e sono diventati, loro malgrado, fonte d’ispirazione per i miei post.
Grazie infine a tutti coloro che non conosco personalmente e che comunque hanno avuto il fegato di transitare in questi mesi sul mio blog. Grazie al mio fedele lettore americano che riesce sempre per primo a cliccare il “mi piace” di Facebook (potrei sapere almeno chi sei?). Grazie al mio utente israeliano che con la sua costante presenza ha fatto sì che il suo paese risultasse tra i più attivi nella classifica internazionale. Grazie a chi ogni giorno compare, in maniera anonima, e che giustamente, ci tiene a tenere nascosta la propria identità (venisse scoperto a leggere questi pezzi, sai che vergogna). Grazie ai due hacker che sono riusciti a intrufolarsi nella pagina di gestione, senza creare danni per fortuna, e che mi hanno obbligato a scegliere una password così complicata, che perfino io talvolta non riesco ad accedere al mio stesso blog. Grazie a chi è capitato per sbaglio perché cercava altro su un motore di ricerca, come “pareri autorevoli sugli abiti firmati” (chissà che delusione una volta giunto qui), “ridare vita a un maglione infeltrito” (suggerimenti utili?) oppure, ed è la mia preferita, “escort specializzate in anziani” (esistono sul serio?). Grazie, grazie a tutti voi, perché è solo grazie a voi, che i Tempi Guasti, (purtroppo?) continuano.