A fin di bene

▶ Freddie Mercury – The Great Pretender (Single Version) – YouTube.

Facciamo finta che questo sia un blog di spessore e perciò seguitissimo. Facciamo finta che il suo autore sia una stimata personalità in qualche campo, che le sue opinioni siano spesso illuminanti, argute, condivisibili, che ad ogni rigo che riuscite ad ultimare aggiungiate un sospiro esclamando “mio Dio, come ha ragione”. Proviamo a fingere che quella che avete davanti sia una pagina autorevole, densa di spunti intelligenti, di riflessioni originali, di idee così brillanti che sia del tutto impossibile staccarle gli occhi una volta iniziata la sua avvincente lettura. Se ci riuscite, provate anche a fingere che compaia lì accanto una sua versione in inglese, come ogni blog che si rispetti dovrebbe possedere, ovviamente con una traduzione impeccabile, mica di quelle automatiche e approssimative che si trovano il più delle volte su internet, circostanza che presuppone l’esistenza di un pubblico ampio e internazionale, come del resto la rinomata qualità del blog stesso meriterebbe. Fatto? Bene. Adesso fingete che questo post, ma in fin dei conti anche tutti gli altri, contenga una critica sottile e ben argomentata, un lucido ed esaustivo excursus sull’argomento, perché il suo autore, che abbiamo detto essere un serio esperto del settore, mica un improvvisato, nossignore, sa sempre cosa dire e come dirlo. E nonostante la sua sfolgorante carriera, fatta di numerosi impegni gravosi che talvolta non gli lasciano neanche il tempo di respirare, lui, l’autore, che sa far fronte ad ogni evenienza, che sa organizzarsi benissimo e non è mai stanco né tantomeno privo di energie, puntuale riesce ad aggiornare il suo diario online, regalando ogni volta ai suoi lettori pagine dense di parole appassionate. Perché alla fine sarebbero capaci tutti di colmare il vuoto creato dalla mancanza evidente di un post buttando lì a casaccio una canzone, seppur bellissima, (video allegato) adducendo la banale motivazione che calza a pennello con il più volte qui ripetuto verbo fingere, che anzi ne è l’apologia, e che come la maggior parte dei brani dello stesso cantante è stata formativa durante l’adolescenza del blogger, come poi ogni cosa lo è a quell’età in cui tutto ti si insinua sotto pelle per non abbandonarti mai più (neanche a 29 anni suonati). In fondo, volendo, sarebbe una colonna sonora perfetta se continuassimo a fingere che sia una serata perfetta, di una giornata perfetta, in un’estate perfetta, una in cui, ad esempio, di colpo non esistessero più le zanzare, oppure gli zampironi servissero finalmente a qualcosa, senza spezzarsi di continuo nel centro, che poi ti tocca inventare mille modi per farli stare in equilibrio, operazione impossibile quando hanno ormai assunto quella forma di spirale tronca. Non nella nostra fittizia serata perfetta, senza un difetto, in cui fingiamo di ascoltare le note della canzone citata, per poi fingere di poggiare dolcemente la testa sulla spalla della persona amata, con il brusìo del mare in lontananza e migliaia di stelle luminose a fare da sfondo, e lo stomaco pieno di insalata di polpo, quella del tuo ristorante preferito, che sa davvero di polpo fresco, mica come l’ultima che ho mangiato in città, che aveva invece la consistenza del polistirolo. Ok, facciamo finta che non abbiate letto queste ultime frasi deliranti dell’autore, che è stanco, disorganizzato, imperfetto, come d’altronde lo è il suo blog, la sua serata, o se vogliamo la sua estate, piena di di difetti, di parole inutili e di punture di zanzara (maledetti zampironi!).