Prima, importantissima, premessa: io lo capisco. Capisco il senso di inquietudine, l’irrequietezza, la smania che ti coglie a un certo punto della vita di combinare qualcosa di buono e di memorabile, da solo con le tue forze, impossibile da soddisfare se sei l’erede di cotanta dinastia. Pensateci bene: nasci Lapo Elkann, avrai molti privilegi, questo è fuori discussione. Ma qualunque cosa tu voglia inventare, qualsiasi idea brillante tu possa avere, qualunque sforzo disumano tu possa tollerare per dimostrare di valere un minimo come professionista e perché no, come persona, al di là del cognome che porti, niente da fare. Rimarrai sempre Lapo Elkann, il nipote di Gianni Agnelli, parentela ben sottolineata ogni volta che la tua faccia compare sui giornali. Non basta essere un imprenditore di successo, fondare holding a tuo nome, avere intuizioni poi dimostratesi vincenti come il rilancio del vecchio logo Fiat stampato sulle felpe che abbiamo visto ovunque, fino alla nausea, indossate da pizzaioli e benzinai di mezzo mondo. Non è sufficiente neppure farla da padrone sulle pagine di cronaca rosa, calcare i red carpet più in vista, farsi accompagnare da una girandola di vere e presunte fidanzate, attrici e stelline, amiche e cugine, metterci tutto l’impegno per dare scandalo, per consolidare la tua fama di playboy e bad boy, per creare e nutrire un personaggio all’altezza dei riflettori spesso puntati su di te. Macché: la famiglia d’origine, i genitori ma soprattutto il nonno, quel nonno così ingombrante e universalmente noto, sinonimo di mezza storia economica, politica e sportiva d’Italia, stai pur sicuro che verrà puntualmente nominato e ricordato accanto a te. Altra premessa: riconosco un suo stile. La moda è un terreno che gli è forse congeniale, come dimostrano le sue uscite pubbliche e private, a cui ci ha abituato da anni, sempre condite da un guizzo estroso, un dettaglio sgargiante, un colore imprevisto. Non reputo così malvagia perciò l’idea del lancio e della creazione di un suo proprio brand, Italia Independent, che perfettamente in linea con il suo gusto personale, punta in particolar modo su accessori fantasiosi e di misurata stravaganza. Del resto l’immagine che più si confà a Lapo è appunto quella di un neo – dandy, un giovanotto dal look curatissimo e spesso sopra le righe, fatto di piccoli azzardi e di nuances coraggiose. Interessante, forse. Elegante, concedetemelo, proprio no. Eppure deve aver pensato esattamente il contrario Frida Giannini, direttore creativo del marchio Gucci, dato che è ricorsa proprio al rampollo di casa Agnelli per una nuova collaborazione, dopo già il felice connubio che li aveva visti due anni fa impegnati fianco a fianco nell’ideazione della Fiat 500 by Gucci. Stavolta però non si tratta del restyling di un’auto ma della creazione di una vera e propria linea di abbigliamento, o meglio una capsule collection, dal nome esplicito, Lapo’s wardrobe, il guardaroba di Lapo, (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cultura/2013/03/14/Moda-Gucci-collezione-Lapo-wardrobe-_8400760.html) che verrà presentata il prossimo Giugno in occasione della settimana milanese di moda maschile. Un progetto che nelle intenzioni punta a ridefinire la visione di un gentleman moderno, raffinato, ma sempre con un occhio indirizzato alla tradizione e all’eccellenza dell’artigianalità italiana. Vuoi vedere che sarebbe tanto piaciuto anche al nonno?
ok, diamo fiducia al ram-pollo …
commento crudele!!!
ok, hai ragione, poi da questo blog sembro più acida di quello che sono … in bocca al lupo lapo!
buahhahhahhahhahhah…invece con lo scioglilingua per cosa dovresti passare, per un angioletto?
Bellina la giacca con i due bavaglini incorporati… E’ il bianco e nero che stride un po’, ma come ti ho già detto io di moda non ci capisco nulla…
Meraviglioso il commento di tua sorella.. Un bacione.
Se ti piace così tanto prometto che ne indosserò uguale la prossima volta che ci vediamo…poi mi dici se è il bianco e nero a stridere o la mia faccia! grazie per esserci sempre, “Sorellona” è un po’ cattivella, deve essere un vizio (o un vezzo) di famiglia!
ma che noia questa rincorsa di eteropercezione… hai i soldi? hai un’ascendenza ingombrante? hai energie da vendere? datti pace, goditi la vita, le trans, la droga… oppure fa’qualcosa ma senza il bisogno di provare nulla a nessuno, solo segui quella fortuna che ti è capitata potendo ricercare, sperimentare con le spalle coperte.. e non venirmi a propinare come “idea nuova” una linea di occhiali da sole o una felpa con la cerniera. sì bellina l’idea ma sotto il vestito… da una persona con le sue possibilità mi aspetterei molto di più, ricerche tecnologiche, innovazioni con un occhio a settori non praticati da altri… invece mi rifà tutto ciò che vendono i marocchini al mercato del porcellino. ora sicuramente il marchio Gucci darà maggior ricercatezza al suo operato, ma sicuramente siamo di nuovo sul rifare pezzi che ritroveremo nelle bancarelle poco dopo… gli avi illustri dovrebbero ispirare, non far da spauracchio e d’altra parte se uno nasce (ram)pollo non può aspirare a volare…
quale sarà la prossima idea, un accendino con la rotella in kevlar? la tartarughina portafortuna con la scritta fiat sul guscio?
E se invece il fanciullo ti stupisse e uscisse fuori con un’idea nuova, fattibile e di successo? certo, è facile che da Gucci siano ricorsi a lui perché il nome tira (forse non ho scelto il verbo più adatto) e non perché abbia avuto fino al momento chissà che trovate rivoluzionarie…però il tentativo di svincolarsi un po’ dalla cerchia familiare c’è stato, accontentiamoci di quello…