Un anno meraviglioso?

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“Da guardare” in realtà, come recita la categoria in cui vado ad inserire il presente post, l’ultimo in programma per questo, a tratti sfibrante, 2014, c’è ben poco, niente di più che un’immaginetta quasi dozzinale da utilizzare come semplice appiglio a ciò che avrete di sicuro già visto, forse sino alla nausea, ampiamente condiviso, a volte con reale ed incomprensibile entusiasmo, da decine di vostri amici di Facebook sulle proprie pagine del citato social. E cioè la schermata iniziale di quella stuzzicante e utilizzatissima funzione in grado di garantire a chiunque una veloce ripassatina virtuale dell’anno ormai agli sgoccioli, una rapida e disorganica narrazione per foto, ripescate tra quelle più cliccate o commentate ogni mese sul proprio diario, dei passati 365 giorni, una sorta di best of personale, inaspettato e, a quanto pare, gradito regalo, di cui la magnanimità miliardaria di Mark Zuckerberg ci ha da poco omaggiati a sorpresa. E poco importa se dopo quell’universale scritta “è stato un anno meraviglioso”, che inaugura indifferentemente il presunto viaggio elettrizzante nel 2014 di ciascuno, compare poi uno scatto impietoso del vostro ciambellone carbonizzato che a Febbraio avevate dimenticato in forno, rischiando di mandare a fuoco l’intera cucina, o il drammatico selfie del vostro faccino ricoperto da pustole rosse perché in preda a una devastante reazione allergica che vi ha spedito al pronto soccorso soltanto lo scorso Settembre. Al generatore automatico dei recenti momenti felici di Facebook non si può certamente richiedere buongusto, più cuore o un maggior tatto nel frugare tra le nostre migliaia di pessime foto che noi stessi abbiamo avuto il fegato di condividere, per vanità, leggerezza o errore, negli ultimi 12 mesi, con risultati più o meno riprovevoli. Perché, in sostanza, quella funzione è quanto di più lontano esista dalla nostra reale quotidianità: un banale e parziale condensato di vita appena trascorsa, riesumato per freddo volere di un algoritmo, che arriva a riproporre alcune immagini già pubblicate a seconda dei loro consensi ottenuti. Fine. Non c’è più alcun nostro criterio di valutazione, non essendoci naturalmente la nostra sensibilità chiamata a scegliere questo o quello scatto, soprattutto non c’è più la minima traccia di un concreto aggancio emozionale con il nostro vissuto, svanita com’è da un pezzo la ragione che ci aveva spinti allora ad azzardare una più vasta condivisione sul web: con la prevedibile conseguenza che quei brevi ma ormai inevitabili fotoracconti illustrati del 2014 di Facebook risultino alla fine, tra la generale insulsaggine dei disegnini colorati che li incorniciano, tutti così mediocremente simili gli uni agli altri.

So che quanto sto per scrivere sembrerà illogico, campato in aria, forse perfino di cattivo gusto, ma tra poche ore mi aspetta un funerale (tra l’altro sono quasi certo che la persona che andrò a salutare per l’ultima volta avrebbe apprezzato questa frase un po’ cinica, oltre al mio personalissimo modo di dedicarle un pensiero qua sopra): circostanza che quando piomba di colpo in pieno clima di feste sembra ancor più fuori luogo, come se il dolore fosse qualcosa di facilmente relegabile in momenti più opportuni o come se esistessero davvero periodi più o meno appropriati alle lacrime. Ebbene, è da qualche giorno che non faccio altro che ripercorrere nella testa gli ultimi miei ricordi legati alla persona in questione: niente di eclatante, solo frammenti di episodi qualunque che avrei abbandonato alla memoria se adesso non assumessero ben altro valore. Il fermarsi a raccogliere insieme delle conchiglie sulla riva mentre gli altri optavano per un estenuante giro in pedalò, un piccolo album di disegni, raffigurante soprattutto mani, mostrato con timore ed orgoglio di fronte ad un aperitivo, dei consigli su come utilizzare un cedro enorme ricevuto in regalo e rimasto ad ingiallire sotto i raggi di una finestra minuscola ma luminosissima. Situazioni ordinarie, vissute allora con distratta superficialità, che non avrei mai immaginato un giorno di dover affannarmi a proteggere dallo scorrere del tempo e che solo adesso si ripresentano ai miei occhi rivestiti di una nuova e speciale luce. Non avrebbero di certo ricevuto molti “like” se le avessi condivise al momento sulla mia pagina, difficilmente sarebbero comparse in un eventuale riassunto virtuale ad opera di un social, ma non si può certo negare il loro essere entrate di diritto tra i miei ricordi più importanti di questo anno ormai al termine. Ecco allora il mio personale augurio per l’imminente arrivo del 2015: provate nei prossimi mesi a prestare la necessaria attenzione per riconoscere chi o che cosa varrebbe davvero la pena di ricordare, e non solo qui, tra 365 giorni esatti. Che sia realmente per tutti voi un anno meraviglioso.

4 pensieri su “Un anno meraviglioso?

  1. Sante parole Ale! Agli inizi di questo anno ho perso la mamma (il giorno prima del mio compleanno..) sono otto mesi che vivo di ricordi, che come hai scritto tu, difficilmente avrebbero ricevuto qualche like, ma soprattutto, che io mai avrei condiviso… Grazie ed un abbraccio per l’imminente anno nuovo…. <3

    • Ciao Carla, avevo intuito ci fosse stata una grave perdita di recente nella tua vita, una di quelle occasioni in cui i ricordi, anche i più banali, di chi ci è stato a fianco, diventano quanto di più prezioso bisogna serbare e coccolare…al riparo anche dall’invadenza del web! Ti auguro davvero il meglio che ti meriti per l’anno in arrivo, un abbraccio anche a Gabriele e Lorenzo! :P

  2. andato di traverso il cenone eh??
    io personalmente non riesco a vedere il capodanno come un momento catartico di revisione e bilancio di un periodo, l’unica cosa che cambia sono questi bei ponticelli che mi hanno permesso di farmi un deca di ferie sospiratissimo e apprezzatissimo. ora che stanno per finire sono talmente smidollato di rilassatezza da aver paura pensando al fatidico ritorno al lavoro del 7.
    quasi sempre riesco ad alzarmi dal letto e considerare il giorno che viene come l’ultimo della mia vita (e a sognare come se non dovessi morire mai come da dettami simil-evoliani). poche volte non ho le forze o l’attenzione per farlo. per questo motivo comprendo bene il tuo stato d’animo propositivo di inizio d’anno.

    comunque, l’applicazione di FB si può personalizzare togliendo la superficialità dell’algoritmo e inserendo le cose belle e i propri amici che cuciono nelle notti estive… anche questo sarebbe un bel proposito, l’attenzione alle piccole cose non è così marginale nella nostra esistenza ;)

    • Ciao caro, buon anno, felicissimo di ritrovarti in questo inizio di 2015, partito benone (almeno per me e per la mia indole pseudopropositiva), sicuramente meglio della fine del 2014, che mi ha riservato, come avrai letto, una bruttissima sorpresa. Ma tant’è: non penso che ci si abitui mai ai colpi bassi della vita, non si possono neanche gettare alle spalle come se niente fosse, possiamo solo trarne qualche lezione, non ultima quella di apprezzare le piccolissime gioie che ci riserva la quotidianità: gli amici che ti raggiungono nella bella stagione per una serata radunati intorno ad un tavolo a cucire (chi più, chi meno capace), ad esempio…in questo, hai ragione, l’attenzione alle piccole cose non è affatto marginale, anzi, è quanto di più speciale possediamo nel generale affannamento a tirare a campare! ;) Propositi per questo 2015? Vederci, intanto, prima della conclusione di questa mia parentesi milanese? Un abbraccio enorme e che questo 2015 ti sia amico (dice l’oroscopo che avrai Saturno contro, ma perché crederci?) :P