Sì, lo voglio!

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Ecco, ci mancava pure il blindatissimo (solo 150 invitati, si dice) eppure strafotografato e onnipresente (sul web e non solo) matrimonio della nostra Elisabetta Canalis, colei che dopo aver collezionato nel tempo stuoli di amori vip, i cui dettagli hanno riempito per anni il palinsesto di tutte le trasmissioni di gossip e ogni edizione di Studio Aperto, ha deciso qualche giorno fa, in linea con quella che sembra ormai diventata l’ultima mania tra le star, di convolare frettolosamente a nozze, nella sua magnifica Sardegna (il fortunato però, spiacenti, non è affatto un volto noto, ma un chirurgo americano, Brian Perri, provvisto di quel profilo un po’ schiacciato che farebbe pensare più ad un pugile). Già, come se in questo ultimo scorcio d’estate, tutt’altro che avara di scoop, non ci avessero già abbastanza tediato prima con le insinuazioni e i sospetti crescenti, sostituiti poi dalla scioccante certezza, del fatidico sì pronunciato in terra francese dai due belloni di Hollywood per eccellenza, Angelina Jolie e Brad Pitt, i quali, sebbene per tutto il decennio della loro chiacchieratissima storia abbiano reso noto a mezzo stampa, sistematicamente, ogni singolo incremento di prole, tatuaggio o acquisto di qualche villa milionaria sparsa per il pianeta, si sono d’improvviso scoperti creature riservate e amanti della privacy, lasciando trapelare i particolari e gli attesi scatti del loro matrimonio solo a nozze avvenute. E siccome lo spirito di emulazione in questi casi è sempre presente, e per quanto vi preoccupiate di fingere disinteresse per l’argomento magari in fondo a quell’angolo imperscrutabile del vostro cuore un microscopico pensierino l’avete pur fatto, o forse al momento state davvero scalpitando in attesa che vi si concretizzi davanti agli occhi una sorta di proposta semidecente, eccovi la solita, insensata ma attendibilissima lista di brevi consigli finalizzati alla scelta dell’abito giusto per un eventuale, sospirato o più o meno realizzabile, matrimonio.

1) Per lei. Amiche mie, siete sempre così ipercritiche verso voi stesse, soffrite più o meno tutte di un leggero dismorfismo corporeo, che vi porta a scovarvi un’enormità di difetti inesistenti e a lasciare in balìa delle tarme un numero spropositato di capi sexy o costosi condannati per sempre alle tenebre dei vostri armadi. Come si spiega allora che nella ricerca estenuante dell’abito da sposa perdiate ogni cognizione del vostro fisico e vi ostiniate a provare tonnellate di abiti vaporosamente kitsch, dall’improbabile linea a sirena, nell’uno o nell’altro caso del tutto inadatti? Lasciate dunque alla Canalis o alla Jolie la ridicola prerogativa di milioni di balze e di ricami stravaganti, loro sarebbero apparse comunque gnocche anche con un sacco dell’immondizia annodato sulle spalle. Fate così: oltre alla mamma (so che non potete murarla a casa quel giorno, anche se lo desiderate) scegliete di farvi accompagnare negli interminabili e necessari giri per boutique proprio da quell’amica stronza (tutti ne abbiamo una), la stessa che da anni va narrando ad ogni cena le circostanze imbarazzanti dell’unica vostra ubriacatura colossale, la sola che appena uscite dal parrucchiere vi riporta a casa per mano per rifarvi uno shampoo e una messa in piega meno svettante. Quella. Il suo, credetemi, è il parere migliore.

Per lei 2: Se il vostro modello di riferimento vip per l’abito da sposa non è un’irragiungibile diva planetaria ma una bellezza più acqua e sapone, una fanciulla della porta accanto, insomma una celebrità casalinga del genere “sì, carina, ma ti vorrei vedere al mattino ancora struccata”, potete sempre ispirarvi all’altro strombazzatissimo matrimonio di stagione, quello celebrato qualche settimana fa a Capri tra la conduttrice Caterina Balivo ed il suo compagno, il manager finanziario Guido Maria Brera (e qui in genere la malignità si trova ad un bivio, se aggiungere un commento velenoso sul mestiere o sul nome di lui). La Balivo ha ripiegato (azzeccandolo abbastanza, ve lo concedo) su di un abito vintage originale anni ’50; se siete orientate ad una soluzione simile, vi ricordo che per vintage si intende esclusivamente un capo che abbia almeno venti anni di storia, meglio se rappresentativo dello stile della propria epoca di appartenenza. In tutti gli altri casi si tratta, senza tanti preamboli, di un abito vecchio, dismesso, di un banalissimo e non sempre in buone condizioni, usato: non azzardatevi ad acquistare o a spacciare per vintage un pezzo se non siete sicure della sua qualità o della sua provenienza. L’effetto “gattara” è quanto di più mortificante vi possa capitare al vostro matrimonio.

Per lui: Amiche, mi rivolgo sempre a voi, tanto, parliamoci chiaro, cosa volete ne capisca lui di abiti da sposo? Sapete meglio di me che il vostro futuro maritino sarebbe davvero in grado di presentarsi quel giorno all’altare in t-shirt, bermuda fiorati e ciabatte ai piedi (forse sulla comodità non avrebbe poi tutti i torti). Mi raccomando: non lasciatelo da solo nelle mani di quella che sarà vostra suocera, lei l’ha messo al mondo, lei è incapace di vederne i difetti, lei potrebbe sul serio consigliargli quel terribile completo di un tessuto verdino o blu elettrico con cui credevate potessero confezionare solo le tutine dei Power Rangers. Sostenetelo, incoraggiatelo e soprattutto non perdetelo di vista neanche un secondo: men che mai nelle grinfie dell’amica stronza di cui al punto 1. Nella scelta del vostro abito sarà pure fondamentale; per la rovina anticipata delle vostre nozze, un rischio troppo grande, da non correre.

(photo Miles Aldridge, Vogue Italia, Settembre 2011)

15 pensieri su “Sì, lo voglio!

  1. Mi spiace per te ale…ma nel caso io convoli di nuovo a nozze…sarete tu e massi a scegliere il vestito con me…marida se ne fara’ una ragione ;)

    • Per me sarebbe un grandissimo onore, lo sai…anche perché non c’ero alla scelta del primo abito (però te la cavasti bene lo stesso)…il dubbio che tu mi reputi “l’amico stronzo” un po’ rimane, ecco (dai, portiamo anche Marida)! :P

  2. Sei stato incredibile, soprattutto nel descrivere il “lui”. (Effettivamente Gabriele il giorno delle nostre nozze si sarebbe presentato più o meno come lo hai descritto tu) Io avrei voluto un abito corto, poi mi sono orientata su un abito con la gonna con lo spacco a tulipano, abito cucito magistralmente dalla mamma della mia cognata e che a me piaceva e piace sempre molto. Certo 18 anni fa ed anche quasi 18 kg fa… :-(
    Tra un po’ si sposerà George: quando tornerò dal matrimonio ti farò avere notizie sul vestito di Amal, va bene? ;-)
    Che ti adoro, non te lo posso scrivere, altrimenti mi ripeto….. :-D

    • A questo punto mi è presa la curiosità di sapere come si è presentato Gabriele e chi l’ha aiutato nella scelta…il tuo, dalla tua descrizione, mi sembra molto adatto a te, immagino tu lo conservi con molta cura…avresti potuto azzardare anche un abito corto, perché no? Grazie, al solito, per tutti questi complimenti imbarazzanti (e immeritati)! :D

  3. Mio marito si presentò all’altare calzando un paio di mocassini Gucci bordeaux.
    La mia povera mamma me lo ha rinfacciato – credo fino al giorno in cui è volata in cielo – come un comportamento sacrilego e se l’è legato al dito più del fatto di averla esclusa dalla scelta e dalle prove del mio abito da sposa…

    • Accipicchia, è stato veramente un antesignano delle tendenze, adesso chiunque indossa mocassini colorati e non solo per il matrimonio! Certo, che la mamma abbia un po’ storto il naso non mi stupisce…che gliel’abbia fatto anche un po’ per dispetto? ;)

  4. io l’ho cercato bene bene quell’angolino buio e tempestoso nel mio cuore, con la pila in mano e una fede incrollabile, ma niente!! solo una tundra indefinita si trova al posto della voglia di convolare…
    ho già dato e la ferita ancora aperta ha risucchiato a mo’ di buco nero ogni velleità uxoria, anche se non sono il campione dei preconcetti e quindi non escludo il ritorno (vedi che ti cito anche il califfo? più pop di così!!!)
    certo escluderei invece ogni luccichino e colorino improbabile.. alla scorsa tornata la cosa più frivola era stata il papillon blu come la giacca con una righina rossa, fa’ un po’ te… (tra l’altro tutti si erano complimentati per la tenuta, cosa che in parte aveva fatto piacere e in parte insospettì…)
    ah no… avevo delle scarpe sabbia come i pantaloni… sai, il tutto si svolse nel palazzo della dama dell’ermellino e volevo un effetto un po’ “gentiluomo di campagna”… con una certa approssimazione all’informale…

    • Cerca meglio, magari quell’angolino buio è al momento ottenebrato dalla ferita delle nozze precedenti, se poi mi aggiungi che non escludi niente (citandomi pure il Califfo, però) già mi fai presupporre che una minima voglia di rimetterti in gioco c’è (e secondo me c’è già stata anche un’altra presudoproposta, ma indagherò)! Vado dunque a riassumere la tua mise: giacca blu con righina rossa (nel senso di gessato, vero?…e la giacca? doppiopetto? non è dato di sapere?) papillon blu (stesso blu?) pantaloni e scarpe color sabbia…uno choc cromatico insomma…però, il tutto potrebbe combinare, vado a ricercare la testimonianza fotografica che dovrei conservare da qualche parte…;) p.s. per fortuna la Dama aveva visto bene di squagliarsela a Cracovia!

      • ma dai, mi vedi in gessato blu e rosso?? ho solo omesso una virgola ;) blu come la giacca, con una righina rossa, la giacca tinta unita e i pantaloni diversi perchè aborro il completo!!! ps aborro anche il doppiopetto!!!!

        • Ma sai che dalla tua descrizione fatico a immaginarti? E niente, dovrò ricercarmi sul serio quella foto che conservo insieme ai tuoi lavori, in attesa di una tua maggiore quotazione sul mercato (è il mio investimento sul futuro, appena mi esplodi, divento milionario)! ;) Quello sgorbio che mi hai lasciato qualche commento più su sarebbe un angioletto? :P

          • nonoonoonoooo… è un ooooooh! con ghigno, ma non è venuto come sul nokia….. o forse sono io stordito e ricordo male.. boh!?!