Peccati da social

Stavolta temo proprio di non capire. Eppure sull’argomento dovrei essere piuttosto ferrato. Le dinamiche dei social network, Facebook in primis, principale colpevole nel dimezzare la produttività delle mie giornate lavorative, le trovo così appassionanti e divertenti che siamo di fronte all’unico caso in cui sia riuscito a vincere le mie note resistenze di fronte al mondo della tecnologia in generale.  Di “invidia” invece non ne so nulla: si dice, a tal proposito, che sia l’unico dei sette vizi capitali che non si riesce mai a confessare. Ammettiamo molto più facilmente di essere creature irascibili, di sfoderare tutta l’avarizia degna di un personaggio di Molière e talvolta, perfino con una punta di orgoglio, ci vantiamo della nostra natura lasciva, incline alla lussuria. Ah, no, non stavo parlando di me. Io non rientro neanche nelle categorie appena citate.  Diciamo che sul mio personale podio peccaminoso svetta incontrastata la superbia (ebbene sì), seguita, ex aequo, da gola e accidia. Non che di tale primato vada orgoglioso, intendiamoci. Ma, di fatto, l’immotivata sopravvalutazione delle mie qualità esclude automaticamente il “rosicare” per il benessere altrui. Non invidio, e non ho mai invidiato qualcun altro, perchè non ho mai desiderato essere qualcun altro. Ma torniamo all’argomento principale, perchè se ricomincio a scrivere di me poi divago e non concludo (vedete, la superbia…o è egocentrismo? Vabbè, tanto li possiedo di sicuro entrambi). Dicevamo, l’invidia: stando alle conclusioni non ancora ufficiali di uno studio condotto da due Università tedesche, in pubblicazione il prossimo mese, ma già anticipato proprio ieri dalle pagine di numerosi quotidiani internazionali e dai principali siti (http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/01/22/news/facebook_provoca_infelicit-51060718/?ref=HREC2-18 ) Facebook causerebbe ai suoi utenti, oltre alla deprecabile nullafacenza da ufficio, al continuo cazzeggio clandestino e alla preoccupante dipendenza compulsiva da gioco (che vi impedisce, al momento, di staccarvi da Ruzzle), anche un costante senso di infelicità e frustrazione. Motivo? L’invidia che scaturisce nel vedere sulle pagine dei vostri amici, la loro, vera o presunta (lo sappiamo, su Facebook, si finge benissimo) ma comunque strombazzatissima, felicità. Permettetemi, a questo punto, di dissentire: dopo 4 anni, quasi 5, di permanenza del mio profilo, 3 o 4 diverse reiscrizioni, centinaia di contatti, innumerevoli commenti e pollici su di apprezzamento, il mio è un parere che possiamo presuntuosamente definire da esperto. Perciò, tentiamo di fare chiarezza: ma chi si azzarderebbe mai, non solo a definirsi felice, ma anche soltanto ad accennare un qualsivoglia moto di allegria e contentezza su Facebook? Siamo tutti uomini di mondo, suvvia, chi si dichiara pienamente appagato e soddisfatto di se’ o della proprio vita rimane sempre un po’ sulle balle. I social sono ormai un’efficace vetrina aperta sulla nostra esistenza, dove allestiamo ciò che più attrae: cerchiamo complicità, comprensione, solidarietà. Perciò sulle nostre pagine ci sfoghiamo e ci lamentiamo, di continuo: del lavoro, della politica, dell’amicizia, dell’amore, della nostra quotidianità in generale. Che, di sicuro, è molto più ricca di apprezzamenti e di momenti piacevoli di quanto vogliamo far credere, ma perchè ammetterlo? Risultiamo di gran lunga più simpatici nella creazione di un nostro alter ego ironicamente sfigato che  nel sottolineare continuamente ciò che invece funziona. Provate voi stessi, anche adesso, a dare un’occhiata alla vostra home di Facebook e a contare i post da includere in un’eventuale categoria “felicità”: ne avete molti? Dubito. Perchè forse sarà anche meglio suscitare invidia che compassione: ma di quella virtuale, al momento, ne facciamo volentieri a meno.

26 pensieri su “Peccati da social

  1. Statistiche dalla mia bacheca:
    Post “felici”: 0
    Post “che fanno ridere”: un paio o poco più
    Post “che fanno cacà”: diversi, ma sfortunatamente non provocano quest’effetto su di me

    • Eh, allora c’è uno sbaglio a priori nella scelta delle amicizie…sii più selettiva, come me ;) quanto al resto, hai provato con il kiwi a colazione?

      • Come sei forbito, io avrei detto che si diceva “essi più selettiva”!
        Ma il kiwi frutto o il pennuto? :P

        • Bada che ho fatto le scuole alte ;) motivo per cui, so con certezza che il kiwi è il frutto…ma poi, ti pare che ti consiglio di fare colazione co’ un uccello (termine che hai evitato con cura…non è mica una parolaccia, sai?)! :D

  2. Qualcuno, non ricordo chi, ha osservato che la bellezza e le conquiste del mondo, (artistiche, geografiche, tecnologiche ecc.), siano merito quasi esclusivo dei brutti e degli infelici, perchè i belli e felici stavano nel frattempo a contemplare se stessi ed i tramonti. Penso che facebook, e le tue riflessioni, ne siano un po’ una conferma.

    • Non so se ringraziarti o arrabbiarmi perché mi sento incluso nella categoria “brutti e infelici”…ma ho sicuramente frainteso…volevi di certo farmi un complimento, vero? ;)

      • Maccerto! (vedi, rubo pure i tuoi neologismi!) Complimentoni! E’ chiaro che tra le due categorie esistano milioni di sfumature, e tra esse, entrambi, troviamo la nostra collocazione. A mia figlia, che invertendo i ruoli, mi rimprovera spesso di passare troppo tempo su fb, rispondo: se stavo proprio bene, uscivo! …ed è forse anche questa una citazione di cui ignoro il titolare.

        • Ah, ecco, allora grazie di nuovo, per l’apprezzamento e per il prestito dei miei neologismi da finto-giovane! I rimproveri di tua figlia mi pare di conoscerli, sono gli stessi che quotidianamente arrivano anche a me (siamo due Facebook – dipendenti, ammettiamolo)! La citazione dovrebbe essere di Luigi Tenco, che rispondeva, a chi gli chiedeva “Perchè scrivi solo di cose tristi?” “Perchè quando sono felice esco”! :)

  3. Ecco sì, Luigi Tenco. Lo sapevo, giuro, ma il desiderio forte di “ritenere” troppe informazioni, comincia a dare i suoi frutti amari. Non è certo problema che riguardi voialtri sotto i ’30, che avete i neuroni lucidi e le memorie semi-nuove!

    • E vai, con il tuo “voialtri sotto i ’30″ (magari) ti sei ampiamente riscattato dal “brutto e infelice” di cui sopra! ;)

  4. Sarà perché ho annullato la maggior parte degli aggiornamenti dei miei amici ( tra i quali, per la verità, molti non lo erano affatto… “amici”), ma di felicità non ne vedo per nulla :( Anzi, direi che nel 90% dei casi c’è un diffuso malessere e una buona percentuale di “incazzatura nera” per come vanno in generale le cose a tutti. Per cui confermo che “il senso di infelicità e frustrazione” c’è, ma ritengo che derivi dal generale senso di impotenza ( ma anche di disgusto) che accomuna purtroppo molti di noi nell’ osservare il nostro destino e i nostri diritti calpestati ogni giorno di più :(

    • Ho riletto il commento stamattina. Cavolo, quanto è barboso!! Deve’essere stata l’influenza del “giovedì Santoriano” :/
      A risentirci ;)

      • Ciao, hai affrontato però una questione importante: gli “amici” virtuali non è detto che corrispondano a quelli reali. Per carità, ognuno è libero di fare di Facebook l’uso che vuole: io preferisco non accettare sconosciuti ma usarlo per rimanere in contatto con le persone incrociate nella mia vita. Tra le quali, come dici tu, c’è un diffuso malessere, segno evidente dei tempi: da qui l’uso del social come valvola di sfogo, alla ricerca di chi, come noi, si lagna, giustamente, di tutto quello che va storto. Quindi Santoro ti rende “barbosa”? Prossimo giovedì allora cinema! Un bacio

        • Giusto per chiarire i miei “non amici” non sono in realtà sconosciuti, ma, ahimè, molti alunni, ex alunni e colleghi che conosco bene, anche troppo :)

          • Che poi, sono quelli che ti mettono più in difficoltà nella scelta del confermare l’amicizia o meno…;)

  5. Non so, se gli utenti facebook si definiscano, in maggioranza, più felici o sfigati, ma non ho dubbi che l’analisi fatta da un esperto come te sia corretta. Come ben sai, anch’io sono su facebook (e tu, giustamente, non fai che rinfacciarmi l’inutilità della cosa), ma non essendo “schioppato” alcun feeling ho abbandonato presto il social network. Non sono perciò in grado di parlare dell’argomento: ho troppi pregiudizi ed una natura che, per dare sfogo al suo bisogno degli altri, tende ad un altro tipo di socialità.
    Preferisco, allora, l’argomento: Alessandro Guasti, che è più alla mia portata e soprattutto assai più interessante. Seppure con i difetti da te descritti (ovviamente con quell’esagerazione che ti è propria), sappi, però, che sei uno dei pochi a spingermi a connettermi ad internet alle undici di sera passate!!! E domani, nota bene, ho la sveglia alle 6.00!!!!! Mi chiedo: perchè?……. mha!?!. Buona notte.

    • Beh, il tuo utilizzo di Facebook è, diciamo, parsimonioso: ma la tua natura energica, che ti porta a socializzare con esseri umani/animali/piante/sassi non ne ha certo poi tutto ‘sto bisogno! L’argomento Alessandro Guasti, è purtroppo o per fortuna, il filo conduttore di questo blog: il mio ego (esagerato, come ben sai) straborda anche sul web…nonostante questo mi vuoi bene: motivo per cui, anche se in genere alle 9.10 t’addormenti a tavola, capita che alle 11 sei ancora in piedi a leggermi…e la cosa mi fa infinitamente piacere! :)

      • Dimenticavo: “schioppato”, termine meraviglioso…le rose “schioppano”, giusto? ;)

  6. il mio FB è stato all’inizio una grande curiosità, ma di quella che ti prende quando vai allo zoo, perchè se fornisci a una persona un mezzo così nuovo questa passerà alcune fasi:
    1 – si fionda come una drogata in crisi da astinenza invitando tutti pur di aver amici in più, accettando ogni amicizia anche di chi gli sta profondamente sul c, provando ogni minchiata di gioco e di applicazione, praticamente non dormendo più la notte
    2 – periodo di vomito da overdose
    3 – utilizzo oculato
    io penso di essere assurto alla terza perchè uso FB per comunicare saltuariamente SOLO con amici che non posso vedere perchè lontani.
    forse iperoculata la mia fase, ma d’altra parte gli impegni mondani…
    tanti però ho visto si fermano alle prime fasi ed è lì che si annida la frustrazione.
    da quando sono in terza contattare gli amici è solo fonte di piacere…

    • Beh, mi pare un’analisi lucida e spietata (al solito) ma piuttosto rispondente al vero! Credo che l’utilizzo oculato del mezzo sia preferibile, e sia anche ciò che tento di fare…comunicare con chi non ho la possibilità di sentire o vedere quotidianamente…la cosa buffa che rimane per me una grande droga, pur avendo sempre evitato giochini e applicazioni (come su qualsiasi altro mezzo pseudotecnologico)…perchè dietro al profilo, amplificato, per carità, rimane comunque sempre la persona…che è ciò che m’interessa di più! P.s. In realtà sei semisparito da Fb, fortuna averti recuperato qui! ;)

  7. ps. traduco la tua frase “Non invidio, e non ho mai invidiato qualcun altro, perchè non ho mai desiderato essere qualcun altro” in “so tttroppo figo e nessuno può reggere il confronto con me” n’es pas???

    • Sono sempre stato troppo ruspante per essere figo…i veri fighi sono altri, la mia indole contadinozza mi limita in questo…però è vero, non ho mai sognato di essere qualcun altro…qualcos’altro, forse, professionalmente o umanamente…ma non è detto che non possa diventarlo! ;)

  8. la mia bacheca è piena di post politici, specie in questo periodo. io mi lamento sempre (il lavoro, l’influenza, la neve – no, il caldo no…).
    hai però dimenticato le “citazioni”. fb è pieno di citazioni. a leggere i profili della gente sembrerebbe che tutto il variegato mondo di fb sia popolato di buddisti, pacifisti, razionali ma allo stesso tempo sentimentali, saggi ma allo stesso tempo folli (saggiamente folli?), un po’ kerouak un po’ osho (osho ultimamente va molto)… mah!! esprimere un pensiero con parole proprie è davvero così difficile? ci sentiamo davvero così poco interessanti da dover utilizzare parole altrui per dire la nostra?

    • E’ vero, su Facebook siamo un popolo di “citazionisti”…forse perchè è più facile usare parole altrui che non fare lo sforzo di trovarne di proprie per dire qualcosa di originale, sensato o d’effetto! Preferisco comunque le citazioni (sempre che siano motivate, e non sparate un po’ così, a casaccio) a quelli che si sobbarcano battaglie animaliste/umanitarie pubblicando foto spesso disgustose e raccapriccianti…meglio Osho, Kerouac, Shakespeare…ma anche la Tamaro o Fabio Volo…;)