▶ Mina Feat. Fiorello – Baby, It’s Cold Outside [Christmas Song Book] – YouTube.
Non è che proprio detesti il Natale. Diciamo che non mi sta particolarmente simpatico. D’accordo, sarò sincero: un po’ lo detesto. E non c’è neanche una ragione plausibile poi, che so, una spiegazione logica e inattaccabile che possa fornire ogni volta a chiunque si accorga della mia più che visibile intolleranza alla stucchevole atmosfera da Jingle Bells. Ma non riesco davvero a fingere il minimo entusiasmo o una noncuranza strategica: perché mi innervosisce il clima di euforia collettiva che sembra cogliere tutti già in fase di allestimento dell’albero (che infatti io nemmeno possiedo), mi irrita l’eccitazione generale in vista dei preparativi che serpeggia nelle strade addobbate a festa (perfino la sperduta e semideserta località in cui vivo assomiglia in questi giorni a Las Vegas), mi infastidiscono le maggiori attenzioni e gli atteggiamenti premurosi della gente mirati al “volemose bbene, è quasi Natale”. In altre parole, in questo periodo la sensazione con cui più spesso mi trovo a fare i conti è quella del disadattato, del pesce fuor d’acqua, dell’alieno, perché profondamente incapace di comprendere e condividere il comune senso di ebbrezza che pervade il mio prossimo per l’imminente arrivo delle festività. Ecco, vi dirò di più, se poi ci fosse davvero un inferno (in cui finirei per direttissima, senza neanche passare dal “via”, come succedeva al gioco del Monopoli) direi che per me potrebbe avere proprio le sembianze del classico (e insopportabile) mercatino di Natale: quel posto sempre troppo affollato, zeppo di coppiette e famigliole infagottate per il freddo tra cui muoversi è divertente come in un campo minato, in mezzo all’ingombro di bancarelle stracolme di oggetti inutili e di dubbio gusto, spacciati per capolavori artigianali, dove ogni anno vengo trascinato, o meglio risucchiato, in cerca dei regali più appropriati.
Perché poi, manco a dirlo, c’è appunto la temuta parentesi “regalini”: che è, dal mio punto di vista, un’operazione delicatissima e scrupolosa, da non risolvere, come spesso avviene, con la prima bruttura acquistabile sotto casa e poi donata con un “ho cercato tanto qualcosa che ti potesse piacere”, concretizzatosi talvolta nel tempo, con tutto lo stupore del caso, in un orrendo soprammobile in finto vetro soffiato. Quei (pochi, in realtà) pensieri che io invece mi preoccupo di comprare, mi richiedono un discreto impegno di tempo e dedizione, perché provo perlomeno a calarmi nelle esigenze dei destinatari, e arrivo così a buttare interi pomeriggi di shopping alla ricerca di un’idea che alla fine non sbuca mai. Poi va sempre a finire che il giorno della vigilia non possieda ancora alcun pacchetto da donare e il tutto termina, da copione, con una dannata corsa tra quei pochi negozi rimasti aperti, che mi vedono arrampicare come uno scalatore tra gli scaffali ormai svuotati. Al contrario, c’è chi, tra i miei amici, ha affinato una tattica efficacissima e magari, mesi prima, anche in pieno Agosto, ti butta lì una frase del tipo “e come regalo, per esempio a Natale, cosa vorresti?” e intuisci che tutto quello che dirai in quel momento potrebbe essere usato in futuro contro di te (“me l’avevi chiesto tu, ricordi? quella sera, sulla spiaggia…). Che poi, in simili occasioni, mentre nella tua testa, in risposta, oscillerebbero pensieri costosi o atroci che vanno dalla vacanza in Marocco a uno sfollagente o una mazza chiodata, sai bene che non puoi offendere o ferire il tuo affettuoso interlocutore, e quindi ti tocca limitarti a un “mah, non saprei…un libro?”. Sorvolando sulla categoria di quelli che arrivano a svelarti il regalo nel momento stesso in cui te lo porgono ancora impacchettato fra le mani (“Tanti auguri! E’ un bagnoschiuma!” “Ah, grazie! Potevi evitare anche di incartarlo, a questo punto!”), discorso a parte meritano quelli, come mia madre, che non stanno nella pelle all’idea di averti fatto una sorpresa, e muoiono dalla voglia di dirtelo. “Non immagini nemmeno cosa ti ho comprato quest’anno!” comincia, giorni prima, e io “No, infatti. E’ un regalo, non dovrei saperlo”, poi aggiunge “chissà se ti piacerà. O se ti ho preso la taglia giusta” “Quindi si indossa? Allora di sicuro non è un dopobarba” e lei conclude “ecco, vuoi sempre sapere troppo. Anche da bambino, era così, arrivava il Natale e avevi già aperto tutti i regali” “Forse perché qualcuno mi aveva già fatto capire cosa fossero?” e la conversazione si chiude in un’allegra divergenza di opinioni sui vecchi tempi. Concludo questa mia insensata parentesi sul Natale, con le sue conseguenti disavventure, allegandovi il mio personale pensiero, che poi, è più o meno lo stesso dello scorso anno: una canzone di Mina, l’ultima, tra l’altro, il duetto con Fiorello Baby, it’s cold outside, tratta appunto dal suo album di canzoni natalizie Christmas Song Book, sperando che vi piaccia. Per gli auguri invece c’è ancora tempo.
P.s. Mentre scrivevo questo post il mio amore era tutto intento a spargere per casa decine di metri di lucine a intermittenza. Adesso mi sembra di abitare allo Studio 54. Non c’è scampo.
Beh il copribottiglia in feltro rosso a forma di giacchetta di babbo natale con tanto di cappellino salva tappo nn ce l’hai dì la verità! Ecco il mio di amore è riuscito a comprarlo, cosi come comprerebbe tutte le casine con le lucine che trova a giro a prezzi improponibili o le statuine semovibili da presepe che poi per altro nn fà…a parte questa sua mania di far entrare x forza lo spirito
natalizio kitch in casa a me del natale disturba solo che viene di dicembre! Magari spostato a metà giugno chissà…
Guarda, sulla mobilia kistch/natalizia che prolifera in casa, a mia insaputa, potrei scrivere un trattato…quest’anno si va dalle presine con pupazzetti di neve al centrotavola con pungitopo e barattolo con tappo a forma di renna…che poi, subdolamente, sbucano uno per volta, che non faccio neanche in tempo ad accorgermene…vabbè…l’inverno poi mi sta altrettanto sulle scatole, il freddo nelle ossa, stare in giro, tra i negozi, passando dai riscaldamenti a palla ai brividi…odio…
Bugiardo quando mai non ti é piaciuto il natale?
No, figurati mamma, mi è sempre piaciuto, che scherzi? (ma che hai trovato il modo di sbucarmi anche qui? No, eh!)
Fossi in te mi preoccuperei e spostati dal divano
Se è per questo sono già preoccupato…poi, finisco di digerire e mi sposto dal divano (‘ntipatica!)
…. un reggi-coperchio a forma di omino depresso (vedi “el empleio”), dei segna-bicchieri colorati, un tagliapizza scooter, un ovetto segna-cottura ,un apribottiglia a forma di squalo, un porta monete a forma di gattino, un schiaccianoci a forma di renna, etc. E questi sono i “meglio”! Ecco cosa diventa il Natale per le Luciano: un compulsivo acquisto di “cacaturi”. Aiutooooooo….
P.S. Sei interessato a qualche cacaturo?
No, francamente no, non sono interessato ad altri “cacaturi”, mi sembra di averne già troppi in giro per casa (ma poi, il tagliapizza scooter che sarebbe?) :/ a me, tra l’altro, piace tenermi sull’utile quando si tratta di regali, per esempio, se a casa di amici vedo qualcosa di semifunzionante, ne acquisto una versione nuova, al limite rossa e natalizia…ma questo dovresti saperlo già!
Lo so, lo so. Il tuo sì che è stato un “pensiero funzionale” e graditissimo! Non so da dove abbia origine, ma c’è una parte di me, evidentemente irrazionale, che prova in certi inutili oggetti uno strano piacere. In realtà mi incuriosiscono gli ideatori che sono dietro a ‘sti cacaturi e mi domando: da dove nascono le loro idee e soprattutto quanto tempo ci perdono.
P.S. L’ ipotesi di mia sorella è che gli “inventori” non hanno c…o serio a cui pensare!
Te la butto lì, ma perché non investiamo anche noi qualche energia nell’invenzione di un “cacaturo”? Magari indoviniamo quello giusto, che ci svolta la vita, e poi ce ne andiamo in giro per il mondo, come da tempo ci promettiamo di fare (tanto, qualche minuto libero per dedicarci all’ideazione di una qualche bruttura lo troviamo, no?) Un bacione, anche se ancora mi rimane misterioso il tagliapizza scooter
Andata! Dunque la nostra mission per il nuovo anno sarà: farci venire un’idea e creare così il più geniale dei “cacaturi”.
P.S. Anche se c’è scritto “caterina”, in realtà il post sulla mission era il mio. Ahhh..
tana per Ale!! la tua fantastica wonderparent ti ha pizzicato e ora non hai più scampo neanche sul blog… quale migliore regalo di natale??? (un saluto e un abbraccio alla tu mamma, che bel ricordo ho di lei!!)
comunque lo snobbismo natalizio è una parte del festeggiamento: in ogni famiglia ci deve essere lo scurdge di turno e in questo caso tocca a noi… io poi quest’anno ho un motivo in più per non sentire lo spirito natalizio: i miei hanno pensato finalmente di dividere l’azienda tra i miei fratelli e uno c’è rimasto male (viziatello di sta cippa che non è altro) e quindi quest’anno natale di divisione famigliare più del solito, ca§§o c’è da festeggiare, mi vien da pensare??
poi io son uno di quelli che non fa di norma regali a natale, e preferibilmente neanche ai compleanni, insomma non mi piace regalare alle scadenze formali se non ca§§atine.. il più delle volte fatte da me o similia e comunque non in tema con la scadenza… per i regali c’è tutto il resto dell’anno e li faccio solo quando sono sicuro al 70% almeno che serviranno o comunque saranno graditi…
tanto ormai abbiamo tutto quel che ci serve tranne le cose che io non mi posso permettere di regalare, quindi….
Roxy in effetti è piena di risorse, io che pensavo di poterla fare franca qui sopra mi sono dovuto ricredere sulle sue competenze tecnologiche (sai che m’intrattiene la nipote con un tablet? io non sarei in grado, ecco)! I tuoi saluti le faranno senz’altro piacere, mi chiede così spesso di te (anche perché ti legge quotidianamente qui), dovresti tornare a trovarci! Invece a me i regali piacerebbero, solo che non ho spirito creativo (quello natalizio poi), iniziativa e fantasia, sicché mi spertico alla ricerca di qualcosa di originale, ma poi va a finire che acquisto sempre le stesse cose (che uomo barboso)…però ricordo con piacere i tuoi biglietti natalizi, ad esempio, che conservo, insieme a tante altre tue creazioni, in attesa che tu mi faccia il botto sul mercato, così mi spaccio per collezionista! Buona settimana caro, e grazie
Tu scrivi ” Quei (pochi, in realtà) pensieri che io invece mi preoccupo di comprare, mi richiedono un discreto impegno di tempo e dedizione, perché provo perlomeno a calarmi nelle esigenze dei destinatari”… come dimenticare lo scovolino per wc con le paperelle che mi avete regalato qualche anno fà!!!!
L’”esigenza” è sottesa, ma abbastanza intuibile, direi… comunque un regalo utile e ben accetto
p.s. concordo in pieno sui commenti su mamma Guasti… grande e bella donna!!!
BUAHHAHHAHHAHHAHHAHHAHHA…ma perché, non era un regalo pensato e azzeccatissimo??? voglio dire, quando uno si fa una casa nuova, non è così scontato che abbia già un oggetto del genere…con le paperelle poi… non fate troppi complimenti a mamma Guasti, che poi è vanesia almeno quanto il figlio