Note mondiali

▶ negramaro – Un Amore Così Grande 2014 (videoclip ufficiale) – YouTube.

Uno degli indici più odiosi dell’inesorabile scorrere del tempo (no, tranquilli, non è l’ennesimo post sulla dannatissima paura di invecchiare del blogger, almeno non nelle intenzioni) è il progressivo accorciarsi, con l’età, della percezione stessa della durata degli anni. Tanto per fare, come al solito, un esempio scemo, e rendere chiara la stramba questione introduttiva a chi non abbia ancora bissato la quindicina (per quanto riguarda tutti gli altri, sapete invece bene di cosa stia parlando), provate per un attimo a pensare ai Mondiali di calcio. Che, diciamo, fino verso quella fase della vita in cui alla parola “sofferenza” si associa più facilmente l’eliminazione dei peli superflui che non le pene d’amore o i dolori articolari, sembrano arrivare al ritmo di ogni sei, sette secoli. E tu che magari conservi arrotolata nel ripostiglio la bandiera tricolore in vista di una caotica festa collettiva in piazza, che ha tutta l’aria di essere un appuntamento piuttosto divertente, soffri per l’improvvisa e inaspettata eliminazione della tua Nazionale, soprattutto perché i futuri quattro anni di attesa per la prossima occasione ti sembrano davvero un tempo infinito. Poi cambia tutto. E da adulto (o quasi), alla prima frase distratta che giunge invece a coglierti di sorpresa dalla tv o dalla radio e che suona più o meno come “…adesso, con l’avvicinarsi dei Mondiali…”, reagisci con quel visibile moto di sbigottimento misto a incredulità, mentre in testa ti risuona un solo, gigantesco, inevitabile “di nuovo?”. Anche perché poi, di calcio, ma questo è facilmente intuibile, non è che c’abbia mai capito un granché: anzi, spesso si tratta di una di quelle rare occasioni (le altre sono le interminabili spiegazioni dei giochi a carte, oltre alla già dichiarata scarsa propensione alla tecnologia) in cui il mio cervello diventa automaticamente repellente, rifiutandosi di assorbire, anche a sprazzi, perfino quelle tre, quattro, regole fondamentali. Ad essere sinceri fino in fondo, non credo di conoscere neanche più di cinque dei nostri famosi (per gli altri) giocatori azzurri, cioè i soli che per una qualche ragione extraprofessionale (o extraconiugale) finiscono per riempire anche le pagine di cronaca rosa (come Balotelli e Buffon, per dire). Così come riesco a mandare su tutte le furie i miei amici più “devoti”, quelli che ogni domenica, anche in mezzo al mare o al nulla più totale, trovano sempre il modo di tirar fuori, forse da sotto le unghie, una microscopica eppur funzionante radio per seguire le partite, perché non so mai cosa sia un fuorigioco (se è per questo non sono neanche così sicuro di come si scriva) o un calcio d’angolo (su questo, almeno grammaticalmente, ho meno dubbi).

Naturalmente anche la mia memoria, scorrendo a ritroso negli anni alla voce ‘mondiali di calcio’, recupera con maggiore facilità il ricordo di alcuni brani musicali del passato che non qualche azione da goal o l’esultanza per un risultato vittorioso, di cui in effetti non conservo la benché minima traccia. Mi riesce più facile rievocare invece il celebre duetto Bennato-Nannini che al ritmo di Un’estate italiana scandì le notti di Italia ’90 (degne di menzione anche per il lancio di Ciao, la mascotte più brutta dell’intera storia sportiva planetaria), oppure un Ricky Martin sexy e ancheggiante al ritmo de La copa de la vida, inno di Francia ’98, per terminare infine con il Waka – Waka di Shakira (rinfrescato nei passi, da poco, in discoteca, con quattro tizie sconosciute) colonna sonora dell’ultima edizione del Campionato mondiale, quella sudafricana (ma gli azzurri avevano partecipato?). Una variegata lista di successi a cui, da oggi, dovrei aggiungere Un amore così grande (video allegato), cover di una nota canzone del 1976 interpretata da Claudio Villa, che i Negramaro hanno ripescato e reinterpretato per l’occasione, facendone il brano ufficiale della prossima avventura della nostra Nazionale agli imminenti Mondiali del Brasile. Eppure, nonostante la mia passione più volte ammessa per il medesimo gruppo, io stesso avrei preferito in questo caso una hit del tutto nuova, o almeno più vivace e coinvolgente, che non un pezzo dalle sonorità e dal testo un po’ malinconici e retro, perché composto in un’epoca lontana, addirittura quando le parole ‘forza Italia’ possedevano ancora il loro solo significato calcistico. Pazienza, mi acconteterò di guardare e riguardare il video, diretto da Giovanni Veronesi, in cui gran parte dei giocatori azzurri compaiono ripresi in alcune delle loro gesta memorabili durante la storia della Nazionale, così, almeno per tentare di riconoscerne nomi e volti. Sulle mie irreparabili lacune in materia di calcio, invece, aspetto l’ennesima, dettagliata spiegazione di fronte alla prima partita trasmessa in tv: sempre che stavolta riusciate a chiarirmi del tutto cosa sia un fuorigioco.