The Voice of Italy – Raffaella Carrà – Promo – YouTube.
Me ne sto convincendo ogni giorno di più, è la soluzione ideale. Primo per dimostrare che i tempi, in questa Italietta smaniosa di voltare pagina ma poi da sempre immobile alle prime due parole della prefazione, sarebbero maturi perché fosse finalmente una donna a rivestire un ruolo istituzionale decisivo senza il rischio di essere annoverata tra le presunte “troie in parlamento” (concedetemi la leggerezza di questa licenza poetica tratta dal maestro Franco Battiato). Secondo, perché se è pur vero che in teoria possa aspirare alla carica di Presidente della Repubblica qualsiasi cittadino (e quindi cittadina) italiano che abbia compiuto i 50 anni di età, compito principale del capo dello Stato rimane innanzitutto quello di rappresentare l’unità nazionale, come stabilito dalla nostra Costituzione. E chi meglio di lei, alla soglia delle 70 candeline che spegnerà il prossimo 18 Giugno, con l’energia da far invidia a una ventenne, le mani spesso ben ancorate sui fianchi e la testa dal mitico caschetto platinato a roteare nell’aria, è in grado di incarnare quanto di buono e salvabile rimane in questa nazione che fa acqua da tutte le parti (e non perchè ne sia circondata su tre lati, come ci insegna la geografia)? Io già me lo immagino, il nostro prossimo Presidente della Repubblica, il dodicesimo per la precisione, Raffaella Carrà; magari non proprio inguainata in quei completini di pelle nera e swarovski, firmati dal suo leggendario costumista Luca Sabatelli, che le vediamo sfoggiare nello strepitoso successo televisivo The Voice of Italy (video allegato) e che comunque le donano più dei pantaloni strizza-gioielli nello stesso tessuto esibiti in trasmissione da Piero Pelù (la rima non è voluta).
Sarebbe un atto dovuto: dopo averla ricordata per decenni come la Raffa nazionale o la più amata dagli italiani, dopo aver assistito al tripudio di bandiere tricolori che sventolavano in tutto il mondo negli stadi stracolmi di folla scatenata al ritmo di Fiesta o Rumore, al cui confronto anche le uscite pubbliche del Papa sembrano una misera sagra paesana, la sua nomina è più che meritata. Giurerei che potrebbe perfino riuscire a coinvolgere Angela Merkel in un sensuale Tuca Tuca o almeno insegnarle la giusta disinvoltura davanti a un pubblico quando ci si azzarda a vestirsi di verde smeraldo o turchese. Anche Obama avrebbe finalmente un politico italiano con cui conversare in un inglese corretto, magari ridendo di qualche aneddoto su Frank Sinatra o su Sofia Loren. Di sicuro Beppe Grillo salirebbe più spesso e più volentieri al Quirinale, se ad attenderlo ci fosse lei, la sua imitatissima e fragorosa risata, i suoi abiti luccicanti, dalle spalline esagerate, che si abbinerebbero a meraviglia con la divisa dei corazzieri. Per non parlare poi di quanto gioverebbe all’immagine dell’Italia se l’inno di Mameli, così tradizionalmente austero, per non dire musicalmente noioso, fosse sostituito da un più allegro e contagioso Felicità – ta – ta. Forse ad esprimersi in maniera contraria al riguardo sarebbero gli italiani che risiedono da Trieste in su, i soli a covare odio da tempo verso il nostro potenziale neo – presidente perché nettamente esclusi in Tanti auguri dall’elenco di amanti memorabili da lei stilato. Ma basterebbe ricordare tutto il bene fatto da Raffa negli anni, il ritrovamento dei parenti lontani in Argentina, e poi le vincite milionarie, le telefonate a suon di quiz sui fagioli, e ancora i balletti e le canzoni che hanno segnato la loro come la nostra vita, e si dimenticherebbero di quella piccola svista. Allora, vi ho convinti? E’ plebiscito?